Siamo l’unica specie costretta a pagare per poter vivere.

Nel mondo si produce cibo sufficiente al fabbisogno di circa 10 Miliardi di persone, eppure, ogni santo giorno, quasi un miliardo di persone vanno a letto affamate. Una buona parte del coltivato è dedicato al nutrimento degli animali destinati alla macellazione, per tutti gli altri, l’accesso al cibo è dettato dalla quantità di denaro disponibile. Una società che si ritiene futuristica e al passo coi tempi, non dovrebbe permettere che tutto questo accada, ma è proprio quello che succede sotto i nostri occhi. Frutti e verdure vengono vendute a prezzo di gioielleria, adducendo la scusa della stagionalità che ne innalza i prezzi, ma sappiamo che le cose non stanno proprio così, visto che l’agricoltura in serra ha reso possibile usufruire di ogni ben di Dio in qualunque periodo dell’anno. Inutile continuare a parlare di comunità o di fratellanza, poiché le magagne sono sempre le stesse e solo chi ha il denaro ha diritto alla vita. Si potrebbe fare di più? Certo che sì! Basterebbe creare dei veri e propri quartieri sostenibili, dedicando una fetta di terreno alla coltivazione dei prodotti stagionali e lasciare una parte per i frutteti, dando modo alla gente dei quartieri di provvedere a se stessa e agli altri con ciò che ci è stato donato da Madre Natura, controllando che non accadano i soliti episodi di furbizia. Impossibile, direte voi, ma nel Michigan, e precisamente a Detroit, c’è una chiara testimonianza che dice tutto il contrario! Lo chiamano Urban Agrihood ed è una realtà che sfama ben 2000 famiglie.

Michigan-Urban-Farmingagrihood

Cosa hanno fatto? Hanno preso dei quartieri e li hanno letteralmente trasformati in orti cittadini circondati da abitazioni, le stesse che godranno dei frutti della terra e del lavoro dei residenti. Ciò che si raccoglie viene distribuito tra la gente che si dice entusiasta di non dover più sborsare cifre esorbitanti per il proprio sostentamento, oltre che dichiararsi felici nel godere dei colori che la natura gli offre in cambio di un po’ d’amore. Un progetto che va ben oltre la nostra definizione di “orto cittadino”, quei piccoli appezzamenti di terra ceduti in affitto a chi può permetterselo, i quali, poi, non fanno altro che rivendere a caro prezzo i frutti del loro lavoro, ovviamente a chi può acquistarli.

Dovremmo cominciare a pensarci seriamente, poiché il costo della vita è sempre più salato e siamo l’unica specie vivente che è costretta a pagare per poter vivere, nonostante la natura ci fornisca tutto ciò di cui abbiamo bisogno… e gratis! È necessario tornare a pensare alla terra in modo spicciolo, oltre che mettere da parte quella tecnologia creata appositamente per distrarci e renderci sempre più schiavi di un sistema economico-industriale sempre più marcio. Vivere dignitosamente e cibarsi a sufficienza, non dovrebbe essere un diritto godibile solo da pochi eletti, ma un diritto di tutti gli esseri viventi. Non possiamo continuare a guardare con indifferenza chi gli è stato tolto ogni diritto alla vita, senza provare un po’ di vergogna per ciò che siamo diventati. Smettiamola di essere avidi individualisti e cerchiamo di costruire un mondo migliore per tutti quelli che verranno.

10 pensieri su “Siamo l’unica specie costretta a pagare per poter vivere.

  1. Questa idea è meravigliosa… ma in italia come ben sai spravvive e sovrasta su tutto il dio furbo. Già che ci lasciano dei piccoli terreni x coltivare.. è un traguardo. Mi spiace anche x chi si approfitti di queste opportunità. .. e dice sempre. .. è così bello regalare quello che si ha in più. … quando lavoro ho sempre degli anziani che mi regalano qualcosa del loro orto. .. e anche quando ero piccola i vicini di casa.. parenti e non portavano sempre i prodotti dell’orto che x loro erano in più. Non è mica nulla di strano! Che bello… sarebbe essere solo civili e condividere nel vero senso sella parola e non solo sui social

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  2. di per sè è un discorso filante e geniale ,ma per come ci hanno mutato i tempi tu credi che potrebbe funzionare in Italia? la collaborazione già a livello condominiale non esiste,anzi si avvertono spesso cattiverie e facili litigiosità per un’animale o per il posto auto o qualche altra stronzata,siamo a un livello di incomunicabilità esagerato a mio avviso,tutti tronfi nel proprio tran tran in cui il pettegolezzo sfuggito rode le budella e le questioni importanti neanche si vedono…forse se ci fosse maggior umiltà e unità nel vivere il quotidiano si potrebbe tentare di condividere progetti intelligenti e risolutori come questo
    Daniela

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  3. Bravo Filippo. Un post che la dice lunga su quante chiacchiere sterili si facciano qui da noi . Belli questi orti cittadini, ma tu credi possibile qui da noi una cosa simile? Non credo davvero che interessi a qualcuno dei nostri governanti studiare cose di un certo tipo, ti pare? Sono presi da tutt’altro mio caro. Un abbraccio. Isabella

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