Tutto in nome della libertà e della sicurezza, ma la verità è che siamo diventati pigri.

Il nostro modo di vivere è destinato a cambiare “purtroppo” in peggio, ma in verità lo ha sempre fatto a una certa cadenza temporale. Secoli e secoli di presenza umana in questo pianeta, non possono fare altro che raccontare quanto la ripetizione di certi comportamenti suicidi sia ormai da considerarsi come il classico callo molesto. Le civiltà nascono, si evolvono e infine si estinguono finendo sepolte sotto tonnellate di sabbia nell’attesa che la prossima ondata di esseri umani le riscoprano e si facciano domande sui motivi che le hanno portate all’estinzione, e facendo così in modo che la giostra possa ripartire ancora una volta. Tutte le cività sono partite dal punto zero e poi, misteriosamente, le scoperte evolutive si sono susseguite rapidamente fino a colmare tutta la gamma di elementi e strumenti che era possibile scoprire o riscoprire. Si sono sempre fatte guerre in nome della libertà, della fede, della paura e di quell’insana spinta verso la conquista di tutto ciò che appartiene a qualcun’altro. Ci hanno raccontato che siamo partiti dalla ruota e dal fuoco; che siamo stati capaci di procacciare generi di vitale importanza anche a mani nude e di creare tutto quello che ci serviva per soddisfare ogni genere di necessità, e alla fine, gira e rigira, eccoci nuovamente giunti al punto in cui le scoperte teconologiche e scientifiche non soddisfano nient’altro che la nostra pigrizia: quella pigrizia che sancirà la fine di quest’altro ciclo umano. Mettiamola in questo modo. Un tempo, in verità non troppo lontano, c’erano molte porte e poche chiavi, dove le porte rappresentano le varie opportunità lavorative e le chiavi rappresentano gli esseri umani. Aprire le diverse porte, era soprattutto una questione di cultura, di abilità e di volontà. C’era un gran bisogno di chiavi diverse per poter aprire le porte che conducevano a tutta una serie di realtà lavorative necessarie a portare avanti la razza umana verso un futuro migliore. Felici erano costoro di poter dare il proprio supporto al miglioramento della qualità della vita della loro generazione, grazie proprio alle abilità che li distinguevano dalla massa. Ognuno aveva il proprio ruolo nella società e poco importava che fosse un ruolo di fatica fisica o di impegno mentale, in tanti cercavano di navigare nel vasto mare senza urtare l’altrui natante… anche se uomini privi di morale e inclini all’arraffamento, ci sono sempre stati in ogni secolo. Diventare proprietario di una casa o di un mezzo di trasporto costava fatica e svariati anni di lavoro, e tuttavia quelle famiglie erano piuttosto numerose, magari con lo stomaco non sempre pieno, ma i loro sforzi ci hanno comunque condotti in questa epoca disgraziata e che loro stessi faticherebbero a riconoscere e/o accettare. Un’epoca che vive cibandosi di poche parole d’ordine: dimenticare il passato e credere, senza alcuna possibilità di replica, che tutto ciò che è stato raggiunto in campo tecnologico e scientifico siano necessari per la salvezza dell’intera umanità. Peccato che questa umanità non ha molto di umano, anzi, i figli di Caino e dell’oscurità cercano costantemente di soffocare l’amore per il prossimo e per questo pianeta, convincendo la massa che una guerra porta benefici e che la sicurezza personale vale il pegno della propria identità e libertà. A ogni modo, oggi ci sono molte chiavi e pochissime porte, e queste porte diverranno sempre di meno anno dopo anno e sempre più identiche nelle opportunità offerte, finchè la pigrizia umana spalancherà la porta sbagliata e si avvierà verso l’estinzione o al prossimo e già programmato cambio generazionale: una generazione fatta di persone comandabili, sacrificabili, disinteressate, incompetenti e tanto negligenti da non accorgersi di avere un piede puntato verso il baratro catastrofico della disumanizzazione.

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