Il nostro futuro è scritto nel passato, ma forse siamo ancora in tempo.

Rendiamocene conto! Noi esseri umani non riusciamo ad evitare di fare sempre gli stessi errori. Il nostro viaggio in questo mondo è ripetitivo ed è molto simile ad un giro fatto sulla giostra. Il giro comincia e finisce, poi ricomincia allo stesso modo del precedente e finisce nuovamente protraendosi all’infinito! Ho precisato “simile” perché, in fondo, se quel giro fatto non ti ha dato alcuna emozione o addirittura non ti è piaciuto per nulla, puoi sempre scendere ed evitare di rimontargli su, tenendoti alla larga in virtù della brutta esperienza fatta. L’essere umano non è in grado di adoperare lo stesso metodo di valutazione nella vita di tutti i giorni e si rifiuta di scendere da quel carrozzone che è diventata la nostra vita quotidiana, solo perché riluttante ad accettare la realtà dei fatti. L’essere umano è un romanticone nato per la guerra; è come un “Virus” che cerca di insidiarsi amorevolmente all’interno dei suoi simili per divorarli dall’interno, incurante di una realtà che non considera e non valuta fino in fondo. Se si fermasse per un solo istante a pensare, si accorgerebbe che questo continuo tentativo di eliminare i propri simili, fomentando l’odio in tutte le sue forme e creando armi biologiche incontrollabili, non farà altro che peggiorare la situazione mondiale già incasinata di suo e comincerebbe a pensare che, anche se riuscisse ad ottenere lo scopo dello sfoltimento demografico, quei pochi sopravvissuti ci dovranno comunque vivere in questo mondo martoriato. La storia ci insegna che la natura provvede ad adattarsi ai cambiamenti, che le specie deboli si estinguono per favorire l’evoluzione delle specie forti e che non tutti possono essere salvati. L’essere umano è un vero ipocrita e crede di essere superiore a queste regole, o almeno ci prova. Con la mano destra sventola la bandiera della pace, dice che tutti devono essere salvati, abbraccia la parola umanità e inneggia a campagne di solidarietà solo perché la parola suona bene, mentre con la mano sinistra consegna i suoi simili alla sofferenza, alla fame e alle catastrofi create ad arte per sembrare naturali e non essere giudicato. Come ho già scritto, la storia ci insegna che il forte vince sul debole, ma qualcuno dovrebbe fermarsi a pensare alle sorti dell’insetto e del dinosauro, e forse capirebbe che la natura sceglierà da sola chi dovrà continuare il proprio cammino e che siamo ancora in tempo a cambiare rotta.

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