Bye Bye, notti scrittevoli all’aperto.

Non è un mistero che mi piaccia scrivere tra la gente, soprattutto se si tratta di farlo alla vecchia maniera, trascinandomi un borsone colmo di penne, dizionari, libri, quaderni degli appunti e il diario personale sul quale prenderà vita l’ennesimo romanzo. Carpire i suggerimenti che possono provenire dall’ascoltare le chiacchiere della gente, dal movimento scomposto degli alberi, e perfino dal colore del cielo e della stessa natura circostante, è qualcosa che ho sempre preferito al freddo contatto con la tastiera e il monitor, specialmente quando scrivo di notte e l’unica distrazione è data dall’ascolto della radio attraverso le cuffiette o dalla rumorosità dei tasti. Ci sono stati tanti giorni scrittevoli, seduto sulla panchina di uno dei più bei giardini che la mia città può pregiarsi di possedere, ma soprattutto notti scrittevoli, forse anche troppe, seduto al tavolino di un bar aperto h24, in compagnia di viaggiatori occasionali e clienti abituali. Non è stato sempre tutto rose e fiori, perché le persone non mi sono state sempre amiche: non comprendono le tue necessità né si sforzano di provarci. Ma non puoi certo fargliene una colpa, e in fondo ti sono state in qualche modo utili. Tuttavia, spesso ho dovuto abbandonare quell’insana idea di pace e sono stato costretto a girare i tacchi, anticipando il rientro tra le pareti domestiche. Come si dice dalle mie parti “ci vuole il vento in chiesa, ma non fino a far spegnere le candele”. Eppure, nonostante ci siano stati molti giorni e molte notti da dimenticare, avrei perseverato volentieri fino ad arrivare a scrivere la fatidica parola “Fine” che conclude il romanzo. Purtroppo, le tiepide notti d’estate sono finite e hanno lasciato il posto a una sempre più crescente umida frescura che s’infiltra nelle ossa e ti rende impossibile pensare e scrivere, soprattutto mentre ti cominciano a tremare mani e gambe.

freddo_notte

Quindi, con mio profondo rammarico, è giunto il momento di dare l’arrivederci alle scrittevoli notti all’aperto e rassegnarmi a dover terminare il romanzo tra le pareti di casa. Sigh! Non che mi dispiaccia, ma non è la stessa cosa. Non puoi certo permetterti di battere sui rumorosissimi tasti della tastiera meccanica (adoro quel rumore) e rischiare di svegliare la tua consorte, nonostante lei si ostini a dirmi che riesce a dormire ugualmente. A essere sinceri, lei non mi ha mai vietato le scorribande notturne, ma so bene che dice di non aver fastidio solo per trattenermi a casa (odia perfino il ticchettio del mio orologio da polso) 😉 e quindi continuerò a scrivere sulla carta, per poi trasferire il tutto sul pc durante il giorno.

Beh, sono già le 05:00 del mattino, sono appena rientrato dalla mia ultima scrittevole notte all’aperto, almeno per quest’anno, e volevo condividere con voi questo momento drammatico. 😛 Arrivati questo punto, non mi resta che dare il Buongiorno a chi si è già svegliato, e augurare sogni d’oro a chi è ancora tra le braccia di morfeo.

Alla prossima. ❤

4 pensieri su “Bye Bye, notti scrittevoli all’aperto.

  1. Per me è esattamente il contrario: scrivere (o leggere) è qualcosa che deve isolarmi dalla gente, quindi preferisco farlo a casa.

    P.S. Comunque fa ancora caldo, non è che finisce l’estate e arriva istantaneamente il freddo.

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