Ma si può morire per colpa dell’amministrazione regionale? NO, NON SI PUO’!

Buongiorno a tutti gli amici e ai lettori di passaggio. Nonostante l’impegno profuso nel cercare di tenermi lontano dalla tastiera e dalle news, non sempre mi riesce di trattenermi dallo scrivere o dal leggere, ahimè! Ma come puoi farlo quando hai acquistato una trentina di libri, le notizie ti bombardano da ogni dove, e la tastiera ti guarda giornalmente con malinconia? Inutile, non puoi! Soprattutto quando ti ritrovi a leggere “casualmente” notizie che ti fanno ribollire il sangue nelle vene e ti spingono a imbracciare la tastiera come se fosse una lupara appena lubrificata per la caccia al mascalzone di turno.

Screenshot Farmaci antitumorali negati

Era il 29 agosto 2017, quando Novartis annunciava l’approvazione in UE del farmaco Ribociclib per il carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico HR+/HER2-. Tale approvazione faceva seguito allo studio clinico MONALEESA-2, basato sul campionamento di 668 donne in postmenopausa con carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico HR+/HER2- che non avevano ricevuto alcuna precedente terapia sistemica per il tumore al seno in fase avanzata, con il quale veniva dimostrato che l’associazione “Ribociclib + Letrozolo” riduceva del 43% il rischio di progressione della malattia o di morte, un rapido miglioramento clinico nelle pazienti, oltre a una riduzione del 30% della dimensione del tumore nel 76% delle pazienti, dopo sole otto settimane di terapia.

ribociclib_antitumorale_mammario

I risultati sono stati sicuramente confortanti e hanno fatto ben sperare in una possibile soluzione per questo grave problema che affligge una buona parte delle donne. Ma l’essere umano sembra essere sempre più propenso a fottersene del prossimo e può capitare che certe soluzioni non siano accessibili a tutti per problemi inaccettabili, poiché tale farmaco non è mai stato reso disponibile alle donne siciliane per colpa della stessa amministrazione della Regione siciliana. Un disservizio che sembrerebbe essere causato da problemi e ritardi burocratici o di etichettatura, ma che hanno leso il diritto delle donne siciliane di poter usufruire di un valido trattamento salvavita che può contrastare il carcinoma mammario. Infatti, nonostante tale farmaco sia stato reso disponibile dall’inizio dell’anno in altre regioni italiane, le povere isolane sono costrette a recarsi presso strutture fuori regione e spesso private, sempre che siano state informate dell’esistenza di tale prodotto.

Ma si può morire per colpa dell’amministrazione regionale? NO, NON SI PUO’!

“In Sicilia i malati oncologici non possono essere privati del diritto alle cure per cause imputabili alla Regione. Chiediamo l’immediata rimozione dei vertici della Centrale unica di committenza (Cuc) e al Governo di riferire sull’affaire Ibrance, un farmaco destinato a donne colpite da patologie oncologiche al seno, ad oggi, non disponibile nelle strutture ospedaliere siciliane, nonostante la gara sia stata espletata da tempo”. – Questo è quanto è stato affermato dai deputati regionali del M5S Francesco Cappello, Salvo Siragusa, Giorgio Pasqua e Antonio De Luca (componenti della commissione Salute dell’Ars) i quali annunciano un’interrogazione parlamentare sulla vicenda e chiedono l’immediata audizione con gli assessori regionali alla Salute e all’Economia Ruggero Razza e Gaetano Armao per fare luce sulla vicenda. – “In Sicilia sarebbero una trentina, di cui 13 oncologici, i nuovi farmaci inseriti nel prontuario regionale dei farmaci ma off limits ai pazienti. Che farmaci salvavita siano off limits ai malati siciliani per ragioni imputabili all’inefficienza e inefficacia dell’azione amministrativa è semplicemente scandaloso. Non si può morire per intoppi burocratici. Razza e Armao hanno il dovere politico e morale di spiegare come mai, nonostante le gare siano state espletate, non sono stati ancora emessi i codici identificativi che consentono la somministrazione dei farmaci. Infine vorremo capire per quali ragioni in Sicilia gli ospedali pubblici non hanno approfittato dell’offerta loro riservata già un anno fa dall’azienda produttrice dell’anti tumorale, quando in attesa dell’accordo sul prezzo di vendita con l’Agenzia italiana del farmaco, la multinazionale aveva messo in vendita il prodotto al prezzo simbolico di un euro, mentre altre strutture incluse quelle private lo hanno fatto, dal momento che il costo stimato per una confezione è di 8 mila euro e come mai i direttori generali delle aziende ospedaliere non abbiano proceduto all’approvvigionamento in via autonoma”.

Claudio Fava – deputato regionale movimento CentoPassi e presidente della commissione Regionale Antimafia siciliana: “In tutta Italia il farmaco antitumorale Ribociclib è utilizzato per la cura dei tumori al seno; non si capisce il perché questo non avvenga in Sicilia”.

tumore-al-seno

La polemica è più che doverosa e giustificata. È anche giusto arrivare a capire le reali motivazioni che hanno condotto a questo spiacevole errore umano, ma qualora fosse comprovata l’intenzione volontaria per fini lucrosi, allora sarebbe necessario punire con severità i responsabili di tale disservizio. Molti non hanno ancora capito che la vita è troppo preziosa, o forse l’hanno capito benissimo e cercano di approfittare delle speranze della povera gente.

Un abbraccio a tutti voi e occhio ai nostri simili, poiché non lo sono poi così tanto.

Fonti
http://www.notiziariochimicofarmaceutico.it/2017/08/29/approvato-in-ue-ribociclib/
http://www.notiziariochimicofarmaceutico.it/2017/06/25/ribociclib/
http://www.palermotoday.it/cronaca/farmaci-anti-tumorali-malati-siciliani-polemica.html

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