Coldiretti, cosa sei davvero?

Coldiretti avverte, Coldiretti dichiara, Coldiretti di qua, Coldiretti di la! Chi segue con una certa attenzione le varie testate giornalistiche nazionali, avrà di certo letto almeno una volta, uno dei tanti comunicati d’allerta diramati dalla Coldiretti. Non passa giorno che non ci siano almeno un paio di comunicazioni che abbiano per oggetto il calo di vendite e produzioni dei prodotti nazionali, subito seguite dalla rassicurante parole “importazioni dall’estero”. In Italia Coldiretti ha il ruolo di agenzia di stampa nazionale per tutte le problematiche correlate al cibo, all’agricoltura e ai temi del mondo agro-alimentare, ma è davvero così? Me lo chiedo poiché ultimamente si pronuncia anche su temi ben diversi, come ad esempio l’abbigliamento, il folklore e sfornando sondaggi pro-lobby, ma potrebbe essere soltanto un mio modo di vedere la questione. Ad ogni modo, l’ultimo dei loro annunci riguarda il calo del 90% della produzione delle castagne nostrane, seguito a ruota dall’immancabile parolina di conforto “verranno importate da Albania e Spagna”, come dire che siamo fortunati, ma prima di quest’ultimo era stata diramata un’altra allerta riguardante il crollo dei prezzi del pesce pagato ai pescatori, fino a 0,1 euro al Kg per le triglie, perché, secondo loro, c’è troppa materia prima disponibile. Ma in realtà il problema è nato subito dopo il fermo pesca del periodo estivo nella zona adriatica, che ha poi prodotto un notevole pescato, nonostante negli ultimi 30 anni si siano registrate le perdite di 18.000 posti di lavoro e il 35% delle imbarcazioni da pesca, ma anche a causa dell’enorme quantità di pesce straniero (2 su 3) che viene venduto come nostrano all’insaputa del consumatore, senza alcun controllo di qualità e provenienza. Così il Pangasio del Mekong viene venduto come Cernia, il filetto di Brosme viene venduto per Baccalà, e la Lenguata Senegalese venduta per Sogliola a prezzi esorbitanti, e nel frattempo il comparto marinaro italiano si avvia verso il baratro.

coldiretti_bandiera

Non è chiara la partecipazione della Coldiretti in tutte le morie che stanno sconquassando questo nostro Paese, come ad esempio le quote latte, la guerra del grano, la distruzione degli uliveti, l’etichettatura dell’olio d’oliva (poi bocciato da Bruxelles) ecc. ecc., ma è chiaro che siano presenti ovunque con le loro vuote ciance e con i loro proclami (oserei dire dichiarazioni ministeriali), e sempre senza alcun contraddittorio, diventando così una fonte indiscutibile per tutti i giornalai del sistema che si guardano bene dal verificare la veridicità dei proclami, giustificando il pensiero che codesta organizzazione sia in realtà una Lobby conclamata.

Dall’articolo de il fatto alimentare

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Monta il giustificato malumore sulle lotte dell’organizzazione ministeriale, vere o finte che siano, soprattutto per via di un’indagine de L’Espresso che ha messo in risalto la somma guadagnata dal Segretario Generale di Coldiretti negli ultimi 11 anni (circa 10 milioni di euro), tanto che sul sito “Lega della Terra”  si legge:

“Risulta chiaro, allora, il perché Coldiretti, come del resto tutte le sigle Sindacali e le Associazioni di categoria, non sia mai riuscita ad incanalare una vera e propria rivolta contadina, volta a migliorare davvero le condizioni del comparto agricolo. D’altra parte, quando gli stipendi sono questi, gli interessi particolari sono necessariamente volti a mantenere lo status quo e, al massimo, a portare in campo qualche soluzione palliativa.”

coldiretti-latte

Se guardiamo alla questione quote latte, non si può dire che non abbiano ragione. Oggi lecchiamo ancora le ferite di un comparto agricolo d’allevamento massacrato e ridotto a brandelli, un comparto che ha perduto oltre le 1.500 stalle e che si è visto obbligato a gettare ai campi intere produzioni di latte per far posto al 40% delle importazioni imposte dall’UE, alcune delle quali dalla dubbia provenienza e qualità, senza contare la declassificazione dei prodotti caseari. Oggi è facile additare all’errore politico, ma la politica si avvale delle informazioni di un’associazione che fa il bello e cattivo tempo, quindi la Coldiretti ne è partecipe a pieno, soprattutto quando garantisce e promuove gli interessi dei propri associati presso chi è chiamato a decidere sulle sorti del Paese.

I dubbi sono tanti, ma il tempo è galantuomo e ci darà le sue risposte.

Filippo Fabio Pergolizzi

Altre fonti
http://www.repubblica.it/economia/2016/04/02/news/latte_coldiretti_quote_martina-136742980/

9 pensieri su “Coldiretti, cosa sei davvero?

  1. A me sorge un’altra domanda: di molti prodotti siamo importatori, ma anche esportatori.
    Quando non abbiamo abbastanza prodotto da soddisfare la richiesta nazionale, anziché importare, non si potrebbe esportare di meno e tenere per noi quello che già produciamo?

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    • Guarda Vittorio, è una domanda che mi faccio anch’io da mooolto tempo. È chiaro che la produzione interna, qualora non fosse tenuta ai ferri dalle istituzioni, potrebbe soddisfarci per anni, ma è anche chiaro che dobbiamo servire il sistema Europa, quindi regaliamo le prelibatezze in cambio delle schifezze. Dovremmo chiudere le frontiere e fare un bel reset generale, a cominciare da montecitorio.

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  2. Oh mio diooooo… oggi il 90% della nostra popolazione acquista on line dalla cina ci stupiamo del fatto che nn si comprino beni di prima necessità anche da li? Arriveremo anche a questo. In tema di coldiretti non ho mai avuto fiducia in queste associazioni che dovrebbero tutelare noi e non le decisioni commerciali, puramente commerciali dell’europa.

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    • Buongiorno e benvenuta.
      Il problema non è quello di importare beni dall’estero, bensì il continuare a far chiudere le aziende nazionali per favorire le importazioni di prodotti meno qualitativi e sicuramente slealmente concorrenziali. La Cina è sempre stata presente sul mercato mondiale, e come tu ben dici, in molti acquistano direttamente dal web i loro prodotti taroccati… ma la domanda è perché? Sono certo che tu conosca già la risposta.
      Grazie per il tuo commento 🙂

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  3. Pingback: Arriva l’etichettatura di origine per il latte italiano, salvo imprevisti della mezzanotte. | Liberi di Essere

  4. non sono agricoltore ma da 10 anni vivo nel mezzo della campagna : in questo periodo qui sono stati smontati TUTTI i frutteti perché i costi superano i ricavi ( pesche da ???) , il riso ormai non ha piu’ prezzo commerciale .l’importiamo da ?????? il frumento non rende uncent., il mais è usato come combustibile nei gassificatori perché non ci sono piu’ stalle….. MANGIAMO SCHIFEZZE TRATTATE CON PESTICIDI SPESSO SCONOSCIUTI. Coldiretti ? Una lobby come altre che ormai dovrebbe sparire visto a quel che serve. Allegria !!!

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